KUM! CANTIERI

Si chiama KUM! ed è il Festival voluto da Massimo Recalcati per mettere al centro del discorso pubblico e della diffusione dei saperi i temi della cura e del prendersi cura, della salute e della malattia, del benessere e del disagio, nelle loro tante declinazioni filosofiche e psicologiche, mediche e scientifiche, sociali e politiche. 

Il sottotitolo, Cantieri, che di anno in anno si declina in maniera più specifica e approfondita, mette l’accento sull’urgenza della reinvenzione delle nostre teorie e delle nostre pratiche, oltre che sul lavoro che noi tutti svolgiamo quotidianamente a sostegno della vita delle nostre comunità e della creazione di valore condiviso. Perché in ogni direzione, dalla scuola all’economia, dalla cultura alla sanità, dalle istituzioni all’ecologia, è più che mai necessario aprire un’officina, uno spazio di spregiudicata sperimentazione, un luogo che rinunci alla rassicurante trasmissione di nozioni precostituite per mettere idee e abitudini consolidate alla prova di questo nostro tempo di interrogazione e di ripartenza.


Tutti gli eventi di KUM! Festival sono a ingresso libero e gratuito con prenotazione obbligatoria online (a esclusione dello spettacolo "La strada: indagine a due voci sul romanzo di Cormac McCarthy" per il quale è possibile acquistare i biglietti online e nelle biglietterie AMAT).
Alcuni appuntamenti, che si svolgeranno nella prestigiosa cornice del Teatro Sperimentale, sono stati selezionati dalla direzione scientifica per il loro maggior richiamo sul pubblico e saranno prenotabili attraverso la KUMCard.

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Quando il tempo non sarà più ingombrato dalla emergenza, prendiamoci la responsabilità di una politica più attenta al necessario.
Sotto i colpi del Covid-19 è la città che trema, che ha paura, che è caduta nello sconforto. Francesco si mostra come l’Altro che risponde alla chiamata del suo popolo. L'articolo di Massimo Recalcati apparso su doppiozero.
Nessuno si salva da solo; la mia salvezza non dipende solo dai miei atti, ma anche da quelli dell'Altro. Ma non è forse sempre così? Ci voleva davvero questa lezione traumatica a ricordarcelo? L'articolo di Massimo Recalcati apparso su la Repubblica.

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