h. 16:30 | Auditorium
INAUGURAZIONE KUM! 2022
h. 17:00 | Auditorium
EVENTO SPECIALE
L’INGANNO DELLA PAROLA VITTIMA
Francesca Mannocchi
intervistata da Marianna Aprile
Capita di ricevere una diagnosi che costringe a riflettere sulla propria vita e sulla fine che improvvisamente appare all'orizzonte. La malattia mette improvvisamente a dialogo due persone, quella che precede la diagnosi e quella che segue la diagnosi. Convivere con il male diventa meditazione sulla parola detta, sulla parola subita, e sulla parola vittima, che sembra riassumerle tutte. Come emanciparsi dal rischio di identificarci con il male che ci accompagnerà d'ora in avanti, e con la fine a cui quel male ci consegnerà?
h. 18:00 | Magazzino Tabacchi
LETTURE E RITRATTI
JACQUES DERRIDA. INFINE VITA
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
Non si comprende il senso della vita e, più radicalmente, non se ne fa davvero esperienza se non a partire da una certa “fine”. Su questa formula “infine” Derrida apre uno dei suoi testi più famosi, Spettri di Marx, proclamando: “Io vorrei imparare a vivere. Infine”. Questa stessa formula riapparirà nel titolo dell’ultima intervista concessa da Derrida, già gravemente malato, prima della sua scomparsa: “Imparare a vivere infine”.
h. 18:30 | Sala delle Polveri
LETTURE E RITRATTI
FRANCESCO SCARABICCHI. LA CONDIZIONE DI MORTALITÀ
La poesia di Francesco Scarabicchi (Ancona 1951-2021) spicca nel panorama contemporaneo per l’essenzialità dei mezzi espressivi e la coerenza della meditazione sull’irripetibilità della vita umana, da La porta murata (1982) a La figlia che non piange (2021), passando per Il prato bianco (1997) e L’esperienza della neve (2003).
h. 18:30 | Libreria
EVENTO SPECIALE
IL FATICOSO RAPPORTO DELL'UOMO CON LA FINE
Frammenti di lettura da La freccia ferma di Elvio Fachinelli
Maria Laura Bergamaschi
Paolo Borin
Monica Carestia
Pino Pitasi
“In una grande città moderna, un uomo tenta di annullare il tempo, di rendere non avvenuto quanto gli accade […] il tentativo di annullamento risulta collegato con un problema di rinnegamento della morte”. Ne “La freccia ferma Fachinelli affronta il tema del trascorrere del tempo e analizza i meccanismi psichici che lo negano. Di questo il lab di lettura parla con pubblico e ospiti.
h. 19:00 | Auditorium
VISIONI
LASCIARE ANDARE. AMORE E MORTE ETICA NEL CINEMA DI CLINT EASTWOOD
Amare significa perdere. Nella straordinaria filmografia di Clint Eastwood il tema del fine vita emerge esplicitamente in Million Dollar Baby, dove il padre/maestro Frankie consegna la figlia/allieva Maggie alla morte in un gesto estremo di amore. Ma in tutta la sua opera il tema della fine affiora costantemente, da Un mondo perfetto a Gran Torino fino a Cry Macho.
h. 19:00 | Magazzino Tabacchi
LECTIO
IL CORPO DELLA FINE. ANTONIO CANOVA, CASPAR DAVID FRIEDRICH, ARNOLD BÖCKLIN
A cura del Museo Tattile Statale Omero
Con la rivoluzione psicologica fra i secoli XVIII e XIX, trattata da Giuliano Briganti nella monografia I pittori dell’immaginario (1977), si apre un confronto fra l’arte e l’inconscio, che, nelle forme dipinte o scolpite, rende ambiguo il limite fra la vita e la morte. Fra neoclassicismo, romanticismo e, durante l’Ottocento, nelle rispettive riprese in chiave simbolista, appaiono opere che si attestano su una linea di confine esteriore e interiore, come avamposti aperti all’oscurità e all’ignoto, così da dare alla “fine della vita”, come limite esistenziale ma anche mitico-geografico, la corporeità durevole, ma non eterna, di segnavia che interrompono l’ordine naturale e razionale in un sottile gioco delle parti. A tali opere appartengono Il Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria (1805) di Antonio Canova, a Vienna; il Monaco in riva al mare (1810) di Caspar David Friedrich e L’isola dei morti (1880-1886) di Arnold Böcklin, dei quali si rileveranno la costanza del valore “immaginario” e il carattere di oltrepassamento della vita e, insieme, di dialogo con la morte.
h. 21:30 | Teatro Sperimentale
EVENTO SPECIALE
AMEN
SPETTACOLO TEATRALE
Di Massimo Recalcati
Regia Valter Malosti
Introduzione di Massimo Recalcati
Con Marco Foschi, Federica Fracassi, Danilo Nigrelli
La vita e la morte prese in un battito: quello del cuore e del passo. La vita di un figlio che diventa uomo. La sua lotta per sopravvivere già in una incubatrice, quando da neonato la sua morte era già segnata. L’ostinazione del suo cuore a vivere. Le mani di una madre che non lo abbandonano. I passi di un soldato nella neve che non vogliono cedere alla tormenta e al gelo. Sullo sfondo il silenzio e l’orrore della pandemia. Amen è la parola che benedice lo splendore dell’esistenza e decreta, al tempo stesso, la sua fine: così sia. Il primo testo di Recalcati per il teatro è un grumo di voci e di pensieri che toccano il mistero assoluto della vita e della morte.
Biglietteria Marche Teatro €16,00
Ridotto €10,00 per over 65 e under 35.
Ridotto €10,00 per chi abbia acquistato un altro biglietto per un evento KUM! 2022 (N.B. questa riduzione è acquistabile esclusivamente presso la biglietteria del Teatro delle Muse).
Biglietteria in prevendita €18,00
cliccando sul pulsante in basso.
Nel Novecento la morte ha assunto sembianze più che mai temibili. Una vasta tradizione filosofica è stata revocata in questione. Le religioni hanno attraversato una lunga eclissi. Ci ritroviamo soli di fronte alla morte, privi di un quadro entro cui incontrarla e significarla. Ma saper incontrare e significare la morte è indispensabile per vivere e per orientare consapevolmente le nostre scelte. E non è detto che proprio il nostro sguardo prevalentemente scientifico e razionalista non consenta di ripensare la morte in maniera non nichilista. Senza contravvenire alle leggi della natura, ma reinterpretando quelle leggi in modo nuovo.
La letteratura esiste perché esiste la morte, cioè la fine, la perdita, il dolore. Il motivo per cui leggiamo e scriviamo letteratura è lo stesso per il quale molti coltivano una fede: l’impossibilità di accettare la fine. Nel mio romanzo Le assaggiatrici la morte è inscindibile dalla vita. Il gesto di mangiare, necessario alla sopravvivenza, può uccidere le donne costrette ad assaggiare il cibo destinato a Hitler, ma se loro non accettassero quel ruolo rischierebbero di morire per mano delle SS.
h. 11:00 | Magazzino Tabacchi
LETTURE E RITRATTI
FRANÇOISE DOLTO. I BAMBINI E LA MORTE
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
I bambini si interrogano sulla morte in molti modi. Dove vanno i nostri cari quando non ci sono più? Quando moriranno i nonni o i genitori? Cosa ne sarà dell’amore provato per loro? Siamo tutti destinati a morire? Sono domande a cui gli adulti tendono a sottrarsi. Una psicoanalista originale e coraggiosa, Françoise Dolto, ci potrà aiutare a rispondere a quelle domande, senza traumi ma anche senza sconti.
L’essere umano viene al mondo indifeso e interamente dipendente. L’altro gli offre cure, parole, e soprattutto un nome. Quel nome lo consolida, lo identifica, gli garantisce un’armatura contro l’assedio della fragilità. Ma cosa accade quando l’approssimarsi della morte espone nuovamente il soggetto a quell’assedio? Lo stesso potremmo domandarci da un’altra prospettiva. Siamo per lo più abituati a pensare l’esperienza del morire come un distacco progressivo dagli oggetti che avevano identificato la traiettoria di una vita, ma non è forse possibile osservare il movimento contrario? Non assistiamo talvolta, in prossimità della fine, all’investimento paradossale su un nuovo oggetto, capace di garantire un rilancio della vita oltre la morte?
h. 12:00 | Magazzino Tabacchi
CONVERSAZIONI
QUALE FUTURO POSSIBILE? GLI ITALIANI, LA GEOPOLITICA, LA SALUTE GLOBALE
Nicoletta Dentico
Francesco Morace
Modera: Andrea Capocci
A cura di Alce Nero
Un doppio sguardo sul futuro e sulla sua complessità. Futuro della nostra società, fragile e significativamente interdipendente dalla metamorfosi degli scenari geopolitici. Ma anche futuro della nostra salute, che la pandemia, la crisi climatica, le lotte per l'acqua e per la terra, mostrano legata a doppio filo alla delicata salute del pianeta di cui possiamo e dobbiamo occuparci con sguardi e pratiche nuovi.
Ogni scelta sul fine vita dipende dalla risposta a una domanda semplice e inesauribile. Di chi è la mia vita? Il dialogo tra Manconi e Paglia mette a confronto concezioni del mondo lontane eppure destinate a un confronto inevitabile. L'una è ispirata a un profondo senso religioso, l'altra è immersa nelle contraddizioni della società e della storia. L'una è portata a pensare che la mia vita racchiude qualcosa di più grande, e che quel qualcosa detiene l'ultima parola sulla sua fine e sul suo significato. L'altra è orientata ad affermare che la mia vita è mia, che io sono l'unico titolare di quella vita e l'unica vittima del dolore che essa eventualmente comporterà.
h. 12:30 | Libreria
EVENTO SPECIALE
PRESENTAZIONE COLLANA MELANGOLO KUM - VOL.V/ COME RIPARTIRE. CANTIERI
Coordina Simone Regazzoni
“Ogni resistenza esige ripartenza, ogni ripartenza esige reinvenzione”, scrivono Massimo Recalcati e Federico Leoni nell'introduzione al quinto volume della collana KUM!. È di questa reinvenzione, quanto mai urgente, che parlano i saggi di Isabella Guanzini e Giovanna Melandri. Il primo mostra come figure del passato possano perforare lo strato solidificato del presente per giungere alla sua sorgente misteriosa: ripartire dalla Bibbia significa ripartire dalla potenza di una Parola che chiede non solo di reggere l’abisso, ma anche di avere la pazienza e il coraggio di rischiare anche tutto per amore dell’altro. Il secondo indaga criticamente il paradosso di un’economia le cui regole obbediscono a un mondo che non c’è più. Mentre l’urgenza di inventare un mondo nuovo più giusto e sostenibile è sotto gli occhi di tutti, i capitali continuano a viaggiare e circolare nel mondo obbedendo ancora a regole globali formulate quasi ottanta anni fa. Ora il tempo è scaduto. Un modello di sviluppo senza giustizia sociale e coesistenza ambientale non è più umano.
Quando io ci sono la morte non c’è, quando la morte c’è io non ci sono. Incontro impossibile eppure non rinviabile. Per chi lascia la vita, la domanda è come soggettivare la propria morte. Per chi resta, la domanda è cosa fare del trauma della perdita. La scelta è tra il lavoro del lutto, che è un altro nome della risurrezione, e la condanna a morire ogni giorno insieme a chi abbiamo perduto.
h. 14:00 | Magazzino Tabacchi
LETTURE E RITRATTI
MARCEL PROUST. IL TEMPO, LA MORTE, LA RISURREZIONE
È possibile contrastare l’inesorabile? Esiste una possibilità di redenzione per il tempo perduto? L’opera di Proust risponde a queste domande con una sorta di doppio dispositivo, lo stesso che l’allegoria cristiana ha inaugurato e che Freud ci ha insegnato a riconoscere. Il tempo accade due volte, e la Recherche è il tempio di questo doppio evento del tempo.
Molti degli ultimi libri di Moresco (Gli incendiati, Gli increati, La lucina, Fiaba d’amore del vecchio pazzo e della meravigliosa ragazza morta, Canto di d’Arco…) si svolgono sul crinale estremo della vita e della morte, in quella zona di indistinzione dove la vita e la morte non sono due opposti speculari, disposti su una stessa linea orizzontale, ma si presentano come abbracciate.
Quando si avvicina la fine, la fine assume un altro significato. Che fare? Ancora un’opera, risponde l’artista. Un’opera decisiva, questa volta, perché segnata da una strategia che comporta un minuzioso confronto con la morte. Di qui l’idea di guardare insieme una serie di ultime opere, per far luce su quel tentativo di raggirare la morte che forse da sempre l’arte porta con sé.
Secondo Alcmeone di Crotone, medico e filosofo pitagorico, gli uomini muoiono perché non sanno congiungere il principio con la fine. La sentenza è enigmatica. Eppure dice in modo semplice e diretto quale sia il solo compito del pensiero. Redimere la casualità dell'esistenza, riconoscere un destino là dove vediamo segni sconnessi. Procurarci il sentimento dell'appartenenza, in quanto mortali, a una eternità che non sa nulla del nulla. Spinoza, Nietzsche e Bergson sono stati i filosofi di questo canone della gioia.
h. 16:00 | Auditorium
LETTURE E RITRATTI
HENRI BERGSON. L’INVENZIONE DELL’IMMORTALITÀ
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
Henri Bergson ha tentato un’audace interpretazione di quella che è forse la più notevole tra le nostre invenzioni tecnologiche, l’anima immortale. Dove c’è umanità c’è credenza nell’anima e nella sua immortalità. Ma da dove proviene la necessità inaggirabile di dar vita a questo feticcio? In che modo questo singolare oggetto tecnico viene fabbricato dalle culture più disparate?
h. 17:00 | Magazzino Tabacchi
CONVERSAZIONI
VIVERE IL TEMPO NEL FINE VITA: IL RUOLO DELLE CURE PALLIATIVE
Laura Campanello
Rabih Chattat
Sharon Nahas
A cura di Fondazione Seragnoli
Il tempo del fine vita è un tempo che appartiene ancora alla vita. Per questo è importante garantire che quel tempo porti con sé le tracce del senso e il dono estremo dell’umanità.
h. 17:00 | Sala Boxe
PSICOLOGIA DA THÉ
CHARLES BAUDELAIRE. MISTICA INFUTURANTE
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
In collaborazione con Alce Nero
La poesia di Baudelaire non cessa di frequentare il lato oscuro dell’umano, di lambire il demone malinconico e di consegnarsi almeno in parte alla caduta. È possibile leggere a rovescio questa poesia del male, ritrovando la libertà nell’attimo che si infutura?
La categoria più concertante dell’intera dottrina freudiana è indubbiamente quella del Todestrieb, della pulsione di morte. Per Freud stesso pietra di scarto destinata a divenire la pietra angolare della psicoanalisi. Quale è il suo significato? Come il riferimento alla morte può implicare la forza vitale della pulsione? Perché questa intuizione di Freud resta imprescindibile per comprendere l’essere umano e la pratica stessa della psicoanalisi?
*BIGLIETTI ESAURITI. Eventuali defezioni verranno messe in vendita dalla biglietteria fisica, presso la Mole Vanvitelliana, nei giorni 14-15-16 ottobre.
Due mendicanti ebrei entrano nel cimitero ebraico di Parigi per rendere omaggio ai loro defunti e per raggiungere il campetto periferico dove sono stati sepolti passano davanti ai monumenti funebri dei grandi ricchi e rimangono letteralmente abbacinati dal sontuoso monumento funebre dei banchieri Rotschild. Uno dei due mendicanti pieno di ammirazione dice all’amico:”Hai visto Yankele? Questo si che si chiama vivere!”. L’umorismo ebraico e in particolare quello della cultura yiddish germina sull’orlo dell’abisso.
Quando una stella non produce più energia sufficiente, si trasforma in una nuova realtà astronomica. Le stelle più piccole diventano nane bianche. Le più grandi esplodono come spettacolari supernovae, lasciando come loro ricordo stelle di neutroni o buchi neri. Una nana bianca ha le dimensioni della Terra, una stella di neutroni è grande come una città. Un buco nero è un’entità elusiva, priva di dimensioni ma di massa straordinariamente elevata. Sono altrettanti laboratori in cui studiare la fisica della materia in condizioni estreme.
h. 19:30 | Foyer
APERIPSÌ
CAMUS, LA PESTE
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
Wine Partner La Marca di San Michele
"I flagelli, invero, sono una cosa comune, ma si crede difficilmente ai flagelli quando ti piombano sulla testa. Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre; e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati". Rileggere La Peste di Albert Camus 75 anni dopo.
h. 21:30 | Cinema Italia
EVENTO SPECIALE ANTEPRIMA FILM
BRADO
Regia di Kim Rossi Stuart - Italia, 2022
Con: Saul Nanni, Kim Rossi Stuart, Viola Sofia Betti, Federica Pocaterra, Alma Noce, Paola Lavini, con la partecipazione di Barbora Bobulova.
Prodotto da: Carlo Degli Esposti e Nicola Serra.
Una produzione PALOMAR, in collaborazione con VISION DISTRIBUTION, in collaborazione con SKY, in collaborazione con AMAZON PRIME VIDEO.
a seguire:
DOMARE LA VITA
LASCIARSI DOMARE
Andrea Bellavita
Massimo Recalcati
Kim Rossi Stuart
Modera: Carolina Iacucci
Il nuovo film di Kim Rossi Stuart, "Brado", si apre su un cantiere in costruzione dove un impasto simile ad argilla viene amalgamato rievocando forse la prima paternità, quella della Creazione.
Come il Dio biblico ci mette di fronte alle gioie e alle asprezze della vita, così un padre deve necessariamente preparare il figlio ad affrontare la vita e la morte, la forza e la debolezza. Ma che cosa significa affrontare? Significa ribellarci a ciò che appare crudele e inaccettabile? Significa lasciarci guidare da qualcosa di più grande di noi?
È il racconto di un amore filiale da riconquistare a costo di una dura lotta.
*Costo + Prevendita per Posto unico
h. 10:30 | Auditorium
DIALOGHI
QUALE SENSO NELLA FINE?
Guidalberto Bormolini
Luigi Epicoco
Modera Antonio Sanfrancesco
Perché il dolore? Che cosa sarà dopo la morte? Per decenni la nostra società ha evitato di confrontarsi con questi temi. Ma solo l’assunzione della nostra mortalità consente un’etica. Solo la consapevolezza della morte apre al mistero, dà valore al quotidiano, ridimensiona l’effimero. La morte non è l’opposto della vita, è anzi una porta aperta sulla vita.
h. 11:00 | Sala Polveri
DIALOGHI
LA VITA ALL’HOSPICE: LA CURA DEL DOLORE TOTALE TRA MEDICINA E FILOSOFIA
All’hospice non si arriva quando “non c’è più nulla da fare” ma quando c’è da fare altro rispetto a quello che siamo abituati ad aspettarci in un reparto dedicato alla guarigione. La clinica medica qui si intreccia, in maniera generativa, con una visione della cura ampia, che prende in carico l’esistenza intera della persona: corpo, psiche, relazioni e spiritualità sono accolti in una ricerca necessaria e complessa dei migliori interventi da fare, nel rispetto dei significati più profondi che per ciascuno assume la sofferenza.
h. 11:30 | Magazzino Tabacchi
DIALOGHI
ADOLESCENZA TRA MORTE E TRASFORMAZIONE
L’adolescenza è un tempo di morte e trasformazione. Qualcosa muore perché qualcos’altro inizia a vivere. Un’infanzia ormai alle spalle si affaccia sul paesaggio ancora enigmatico, talvolta irraggiungibile dell’età adulta. E come qualcuno ha detto, è nel tempo in cui il passato tramonta e il futuro stenta a nascere che si moltiplicano i mostri. Quei mostri che due psicoanalisti di vasta esperienza teorica e clinica ci insegneranno a conoscere e capire.
La meravigliosa struttura materiale che ci ospita ha una data di nascita ben definita. Ha avuto inizio 13,8 miliardi di anni fa. Da allora ha attraversato numerose trasformazioni, alcune delle quali fondamentali per arrivare a quella varietà di forme biologiche tra le quali troviamo la nostra. Se tutto questo è nato, avrà anche una fine? Che cosa ci dicono le scienze sulla morte eventuale del nostro universo?
h. 12:30 | Sala delle Polveri
DIALOGHI
CHE COSA FARE DI CIÒ CHE CI RESTA?
Dal pianeta alla città alle nostre case, non è questione di scala ma di modo. Come evitare nuovi saccheggi di un pianeta già stremato? Come valorizzare, gli scarti, come costruire utilizzando il già costruito, come riprogettare le cose dismesse e gli spazi abbandonati? L’architettura è in questo senso uno straordinario laboratorio creativo. Ma la questione è ancora più generale. Non è sempre con qualcosa di dato che noi costruiamo il futuro, non è sempre con ciò che ereditiamo dal passato che creiamo il nuovo? Questo rapporto del presente col passato è forse l’unica definizione possibile di ciò che chiamiamo etica.
h. 14:00 | Magazzino Tabacchi
LECTIO
GODERE DA MORIRE, IL SAPER FARE DEL TOSSICOMANE
Godere da morire, ecco di che cosa ci dà testimonianza la tossicomania. In questo il tossicomane ci sa proprio fare. Sa maneggiare il limite come nessun altro. È sempre pronto a spingersi un po’ più in là. Per questo l’overdose è solo di rado un incidente di percorso. Per lo più l’overdose è scritta nelle stelle, è il destino stesso del tossicomane. Fino a che punto il tossicomane è pronto a morire per godere? A che cosa mirano davvero le sue pratiche, al godimento o alla morte?
h. 14:30 | Sala delle Polveri
LETTURE E RITRATTI
RENÉ CHAR. LA POESIA MI RUBERÀ LA MORTE
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
Il tema della morte attraversa tutta la produzione di René Char, a partire dalla scelta della militanza nella Resistenza francese. L’azione diventa antidoto contro la fine e insieme controparola d’ordine. Analogamente il dettato poetico di Char risulta colmo di tracce prelevate nel vivo dell’azione. La sua poesia diviene così una particolare forma di lotta contro la morte, o meglio con la morte.
Può finire solo qualcosa che è iniziato. Dunque come nasce un amore, come cresce, come si sviluppa? Solo a quel punto si può capire dove l’amore inciampa, dove si ferma, dove svanisce. Un aiuto in questo percorso può venire dall’arte, che ha sempre saputo raccontare questa fine. Poesia, cinema, teatro, pittura, fotografia, altrettanti modi di costruire una metafora attorno a questa mancanza che talvolta si spalanca sul nostro cammino.
h. 16:00 | Sala delle Polveri
LETTURE E RITRATTI
MARTIN HEIDEGGER. LA MORTE, LA NASCITA, L’ALTRO
È nella dimensione della mortalità che Heidegger individua la cifra dell’umano. La nostra vita è autentica, dice, solo se si decide anticipatamente per la morte, solo se sa di dover morire e assume radicalmente questo sapere. Ma che ne è della vita umana se viene pensata nell’orizzonte della nascita? Che ne è di una vita assunta alla luce di questo evento altrettanto radicale, che ci separa dalla madre legandoci agli altri, ci getta nel mondo consegnandoci senza riserve alla relazione?
L'ultimo libro di Wieviorka si intitola "Tombeaux. Autobiographie de ma famille". Una grande storica e intellettuale francese racconta dell'arrivo dalla Polonia degli antenati, Wolf, uomo di parole, giornalista, scrittore di lingua yiddish, e Chaskiel, il sarto schivo e taciturno. Poi la guerra, l'occupazione nazista, il regime collaborazionista di Vichy, con i suoi orrori. E la deportazione e la morte di Wolf ad Auschwitz. La scrittura autobiografica come tomba, traccia, monumento, ammonimento.
h. 17:00 | Sala Boxe
PSICOLOGIA DA THÉ
LEV TOLSTOJ. LA MORTE DI IVAN IL’IČ
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
In collaborazione con Alce Nero
“E se davvero tutta la mia vita non fosse stata come doveva?” È la domanda che Ivan Il'ič è costretto a porsi quando una misteriosa malattia, sopraggiunta all’apice della sua carriera, lo confronta con la realtà ormai incombente della morte. Come una crepa, la malattia apre nella vita di Ivan un inatteso cammino di verità.
h. 17:30 | Magazzino Tabacchi
CONVERSAZIONI
OLTRE IL MORIRE
Caterina Giavotto
Giada Lonati
A cura di Unione Buddhista Italiana
Fine vita, termine utilizzato nel momento in cui esiste una prognosi precisa e di breve durata. Ma la vita è vita fino alla fine, e la fine non è solo un tempo di cui è necessario prendersi cura, bensì una grande occasione per avvicinarsi al mistero della vita, per sanare ferite interiori, per riempire di significato ogni istante. La tradizione buddista si può leggere come una sorta di millenaria Death Education, capace di offrire strumenti preziosi per imparare a vivere, a morire e ad andare oltre.
Postmoderna è l’epoca la cui nascita coincide con l’avvento della globalizzazione, caratterizzata dalla crisi di tale forma-Stato. Una crisi la cui comprensione implica l’inversione di quel che da piccoli a scuola ci hanno insegnato: una mappa non è la copia di uno Stato, è al contrario lo Stato che è la copia di una mappa. Soltanto partendo da tale assunzione risulta possibile comprendere quel che oggi avviene sulla faccia della Terra.
h. 19:00 | Auditorium
EVENTO SPECIALE
ALLE PICCOLE E GRANDI OMBRE, RITO SONORO
Mariangela Gualtieri
con la guida Cesare Ronconi
Introduce Massimo Recalcati
In questo rito sonoro Mariangela Gualtieri reciterà versi da “Stringeranno nei pugni una cometa” - requiem che ha scritto per le musiche di Silvia Colasanti – e da qui percorrerà varie sue liriche che affrontano il tema del lutto, col proposito di uscire da un’idea angusta e lugubre della morte. In “Alle piccole e grandi ombre” non si prega per i morti ma si pregano i morti, perché virino dentro la luce e ci dicano che forse sarà pienezza e non disfacimento, ebbrezza e non sonno eterno, comprensione dilatata e non spegnimento.
h. 19:30 | Foyer
APERIPSÌ
PRIMO LEVI. FUTURO ANTERIORE
Con lo speciale contributo degli allievi di Accademia 56
Wine Partner Malacari
Che ne sarà stato del mio passaggio sulla Terra? È l'interrogativo che percorre, tra le righe, uno dei testi fondamentali della letteratura mondiale, Se questo è un uomo. Rileggeremo l'opera di Primo Levi a partire dall'attraversamento che vi si impone: "ho assunto deliberatamente il linguaggio pacato e sobrio del testimone, non quello lamentevole della vittima, né quello irato del vendicatore".