CREDITI
FORMATIVI

Se sei un docente di ruolo, la partecipazione ad alcuni eventi del festival è riconosciuta come formazione professionale.
Per il riconoscimento dei crediti è necessario svolgere entrambi questi passaggi:

  • prenotare il proprio posto agli incontri tramite il sito di KUM!
  • iscriversi sulla piattaforma SOFIA, inserendo i codici corrispondenti che trovi sotto agli eventi riportati di seguito

Se sei un docente non di ruolo verrà rilasciato, previa prenotazione del posto e firma in ingresso e uscita del registro presenze, un attestato di partecipazione valido come autoformazione.

Per maggiori informazioni scrivere a contatti@kumfestival.it

KUM! Cantiere
2024

VENERDÌ

5

APRILE
h. 16:00 | Teatro Sperimentale

INAUGURAZIONE KUM! 2024

Saluti istituzionali
A seguire
EVENTO SPECIALE

BAMBINI DI OGGI, ITALIANI DI DOMANI

Marianna Aprile e Annalisa Cuzzocrea

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Come saranno gli italiani di domani? Per rispondere non si può che partire da come stanno i bambini di oggi, dal chiederci in quale ambiente crescano, quali diritti si riconoscano davvero loro, quale scuola gli si offra, quale sanità, quali valori. Cosa ci dicono dell’Italia di domani quei bambini detenuti in carcere con le loro madri? E quei 23 ragazzi su 100 che non studiano, non hanno un lavoro né lo cercano (i Neet)? E quei 13 ragazzi su 100 che abbandonano la scuola? E i dati in crescita della criminalità minorile? E il modo in cui stiamo “accogliendo” i 20 mila migranti minori non accompagnati sbarcati sulle nostre coste? I bambini sono lo specchio del mondo che gli adulti hanno disegnato per il futuro. È guardando a loro che si coglie appieno la vertigine del domani.

Codice Sofia: 91939
h. 17:45 | Palazzo Ciacchi
RITRATTI

RICCARDO MASSA. IL DISCORSO INTERDETTO

Jole Orsenigo

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Spesso l’educazione viene fatta, anche bene, ma non viene detta. Che tutti parlino di problemi educativi significa poco. Spesso sono proprio questi discorsi a rimuovere l’oggetto “educazione”. L’impegno di Riccardo Massa (1945-2000) è stato invece quello di un epistemologo capace di fondare la pedagogia come scienza e di un ideatore di inedite politiche culturali e istituzionali. Al di là del falso dilemma che fa del pedagogico ora un sapere pratico-artistico, ora una tecnica scientifico-sperimentale, Massa ha indicato nell’atteggiamento clinico la specificità di uno sguardo e di un ascolto capaci di rinnovare profondamente il campo pedagogico.

Codice Sofia: 91939
h. 19:00 | Teatro Sperimentale
LECTIO

CRASH TEST

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Fare scuola in un carcere (come è accaduto a me per quasi trent’anni), mette alla prova sia le capacità individuali e i limiti dell’insegnante, sia la pluralità dei suoi metodi di lavoro (che giocoforza non possono essere uno solo), sia i materiali e i supporti adoperati, sia le potenzialità da sviluppare in un gruppo di studenti dalla preparazione molto diseguale: per età, formazione, provenienza, esperienza e lingua. Se qualcosa sopravvive, se qualcosa funziona in un carcere, forse vuol dire che funzionerà ovunque. Il carcere dunque come luogo di sperimentazione (anche brutale) di contenuti e metodi vecchi e nuovi: programmi, tecnologie, approccio umano, linguaggio, piacere o utilità dell’apprendimento.  Soprattutto insegna ad approfittare del singolo giorno di scuola, della singola ora di lezione come unità di tempo irripetibile e irrecuperabile.

Codice Sofia: 91939
h. 20:15 | Palazzo Ciacchi
RITRATTI

MARIA MONTESSORI. L'EDUCAZIONE COME AIUTO ALLA VITA

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Oggi come ieri l’attenzione e l’attesa, tanto degli educatori quanto delle politiche scolastiche, sono incentrate sull’output, sul prodotto che viene trasformato dalla macchina educativa. Maria Montessori ci suggerisce tutt’altre metafore per pensare l’educazione: la coltivazione, la nutrizione, l’attività metabolica, attraverso le quali il vivente assimila il mondo esterno e lo fa suo. Non dissimile da questi processi è infatti la libera attività del bambino quando incontra un ambiente che contiene i nutrienti appropriati. Il risultato non è, come nel caso di una macchina, la trasformazione di un prodotto, ma la formazione di un “produttore”.

Codice Sofia: 91939

KUM! Cantiere
2024

SABATO

6

APRILE
h. 09:00 | Teatro Sperimentale
DIALOGHI

PER CRESCERE I GIOVANI SERVE LA CITTÀ INTERA

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Cesare Moreno, maestro di strada, e Michele dal Lago, sociologo del lavoro e dell’istruzione, hanno per forza di cose, guardando dal punto di vista dei quartieri e della società, dei margini e della complessità, uno sguardo differente sull’universo dell’educazione. Sanno che l’educazione e l’istruzione coinvolgono nel profondo una varietà di aspetti: la persona, le sue emozioni, la sua psiche, la sua mente, ma anche le sue relazioni prossime, le sue relazioni sociali, le strutture e i contesti in cui si realizzano le sue esperienze. Per questo sanno anche che l’educazione e l’istruzione devono cambiare, rispetto a quel paradigma semplice e lineare che le caratterizza attualmente. Devono attivare una pluralità di soggetti e istituzioni differenti e deve promuovere l’integrazione di molteplici vertici osservativi. Di tutto questo, Cesare Moreno e Michele dal Lago dialogheranno proponendo un esempio di virtuosa integrazione tra competenze e prospettive che raramente vengono poste in dialogo effettivo.

Codice Sofia: 91941
h. 10:15 | Palazzo Ciacchi
DIALOGHI

SCUOLA: ODISSEA O OPERA D'ARTE?

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Cosa potrebbe accadere se guardassimo alla scuola come a un’opera d’arte in continuo divenire, costruita insieme passo per passo? La scuola è un’opera d’arte non priva di inciampi, necessita di essere pensata e progettata con cura, diviene immancabilmente un vero e proprio viaggio. Quale gesto artistico mettere in campo per evitare che quel viaggio ricada nella mera trasmissione nozionistica e nel deserto dell’appiattimento affettivo? Come far coesistere l’ispirazione con i protocolli della burocrazia? Come annodare la propria singolarità di docente con lo splendore dei mille talenti di ciascun allievo e ciascuna allieva?

Codice Sofia: 91941
h. 11:30 | Teatro Sperimentale
RITRATTI

GIOVANNI GENTILE: TRA RETORICA E RIVOLUZIONE PEDAGOGICA

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Il nome di Gentile è legato alla Riforma da lui elaborata come Ministro della Pubblica Istruzione nel 1923. Mussolini la giudicò "la più fascista delle riforme" e nelle sue linee essenziali è rimasta in vigore anche negli anni della Repubblica. Fu duramente contestata per il suo carattere autoritario e classista, fino a diventare il simbolo di tutto quanto c’è di antidemocratico nella scuola italiana. Tuttavia la filosofia che la ispirava aveva ben poco a che fare con gli esiti nefasti che ne discesero sul piano istituzionale. Il pensiero pedagogico di Gentile ha infatti un tratto intrinsecamente rivoluzionario, molto più vicino alle istanze dei contestatori del '68 che a quelle del fascismo-regime. Com’è possibile, allora, che un pensiero così radicale sia potuto diventare, con l’assenso del suo stesso autore, una retorica vuota e repressiva? Come liberare la filosofia gentiliana dal ciarpame fascista per farne il motore di una scuola finalmente aperta e inclusiva?

Codice Sofia: 91941
h. 12:45 | Sala della Repubblica
DIALOGHI

SCUOLA / NON SCUOLA

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Un tavolo organizzato da Doppiozero che ne riflette l’approccio interdisciplinare: quell’approccio che mira ad ascoltare la domanda della scuola senza farne un oggetto da curare, analizzare, studiare, scomporre, risolvere. Parlare di scuola significa ascoltare questo corpo collettivo e ciascuno degli attori che ne fanno parte, interrogare il rapporto che si gioca tra la scuola declinata al passato, la scuola così come l’abbiamo sempre pensata, l’istituzione scuola con i suoi programmi e i suoi saperi, e una scuola declinata al futuro, la scuola delle nuove pratiche. Sono scuole così distinte? Teatro, filosofia, letteratura e psicoanalisi verranno convocate all’interno di questa conversazione dando vita a una riflessione attorno al sapere, al suo rapporto con eros, e a una possibile erotica dell’insegnamento, della trasmissione, della formazione e dell’educazione affettiva.

Codice Sofia: 91941
h. 14:00 | Teatro Sperimentale
LECTIO

IL PASSATO CHE NON PUÒ PASSARE.

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Un indicatore del livello di civiltà di una certa comunità è costituito dall’attenzione che quella comunità riserva all’educazione, poiché è attraverso le pratiche educative che gli adulti favoriscono nei giovani lo sviluppo delle competenze necessarie alla realizzazione del proprio cammino esistenziale. Il neoliberismo che governa il discorso politico contemporaneo tende a ridurre l’educazione alla trasmissione di strumentalità tecniche utili al mercato del lavoro. Ma educare è, innanzitutto, aver cura dell’altro, più precisamente aver cura di quei contesti esperienziali che consentiranno il pieno fiorire della sua umanità, con e per gli altri. La scuola, istituzione civile primaria, è dunque chiamata oggi a riscoprire la sua autentica missione educativa, configurandosi come palestra di umanità. Proviamo dunque a ritornare alle nostre radici, lontano nel tempo, rovistando in un passato ancora denso di insegnamenti…

Codice Sofia: 91941
h. 15:15 | Palazzo Ciacchi
DIALOGHI

IL CRIMINE MINORILE, COME LA PIOGGIA

Barbara GiacominelliMauro Grimoldi

Con il saluto introduttivo di Katia Marilungo, Presidente Ordine degli Psicologi Marche
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Un ragazzo in una notte d’estate cerca di caricare un computer rubato su uno scooter scassato. Un altro dispera delle proprie capacità seduttive e crede di trovare una soluzione nell’allettante quanto improbabile proposta del sesso di gruppo. Un terzo ancora si reca alla festa di chiusura dell’anno scolastico con un fucile nella custodia della chitarra. Per i minori autori di reato, quasi sempre, il reato è come la pioggia, viene vissuto come un evento nato per caso, da lontano, come un evento atmosferico. Su questo tema, sulla psicogenesi dei comportamenti criminosi da parte dei più giovani, oggi più che mai, il mondo adulto può e si deve interrogare. Attraverso le loro storie, capaci di insegnare qualcosa di prezioso sul perché della violazione di un patto sociale che da qualche parte, nella mente profonda, appare una conveniente e allettante proposta per sembrare grandi e negare i propri limiti.

Codice Sofia: 91941
h. 16:30 | Teatro sperimentale
LECTIO

LA PAROLA DELLA SCUOLA

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A chi, se non alla scuola, affidare il compito severo e nobile di queste sfide: interrogare, intelligere, invenire? Quale altra istituzione può oggi assicurare una tale polizza culturale e civile?
Scuola deriva da scholé, parola greca che indica il tempo che il cittadino riservava alla propria formazione (paidéia): non frammentata né monoculturale, che vorrebbe ridurre e confinare a disciplina specifica la stessa educazione sentimentale, bensì integrale e completa, modellata sul cerchio (enkýklios), la forma geometrica perfetta. Una scuola dove i professori (profiteri) non siano declassati a burocrati e umiliati a capoclasse ma, riconosciuti economicamente e socialmente, possano professare a pieno titolo l’affascinare (delectare), l’insegnare (docere), il mobilitare le coscienze (movere), come aruspici di quella cosa tremenda e stupenda che è la vita dei giovani, che Erasmo considerava «il bene più prezioso della città».

Codice Sofia: 91941
h. 17:45 | Sala della Repubblica
DIALOGHI

DU CORPS-TERRITOIRE À L'ÉCOLE-TERROIRE: SOIGNER NOS ATTACHEMENTS TERRESTRES

Davide Gé Bartoli e Sophie Gosselin

a cura di Alce Nero
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Il moltiplicarsi delle catastrofi ecologiche ed epidemiologiche mette a dura prova la nostra vulnerabilità fisica e psichica, sollecitando un’inedita presa in carico degli ambienti nei quali l’umano e il non-umano sono chiamati a convivere. È l’insegnamento della pedagogia e della psicoterapia istituzionale: la cura degli individui è indissociabile dalla cura del tessuto relazionale fornito dalle istituzioni collettive come dai contesti naturali. L’esempio di alcune iniziative realizzate in Francia al crocevia tra l’ambito educativo e la lotta sociale ed ecologica contribuirà a specificare questa ipotesi, mostrando tutto il potenziale che si nasconde nelle pratiche di cura di quello che chiamiamo complessivamente il nostro corpo-territorio.

Codice Sofia: 91941
h. 19:00 | Teatro Sperimentale
LECTIO

CHE COSA SIGNIFICA TRASMETTERE UN SAPERE VIVO?

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Un sapere vivo è un sapere che non passa da chi insegna a chi apprende senza cambiare di stato, senza trasformarsi radicalmente, senza generare contenuti inauditi, e senza che l’insegnante e il discente si trasformino a loro volta radicalmente, mostrando di essere non tanto degli emittenti e dei riceventi ma essi stessi dei contenuti di quel processo che è il processo di trasmissione. Chi insegna un sapere vivo insegna quindi qualcosa che non sa ancora, e ne diviene insegnante solo a cose fatte, apprendendo in ritardo ciò che avrà scoperto per strada. Sarà anche lui un apprendista, e gli apprendisti, chiamiamoli così, avvertiranno, nei suoi confronti, quella naturale simpatia che sempre lega chi si trova sulla stessa barca. Ma sulla barca del non sapere ogni apprendista è anzitutto un apprendista stregone. Di quale stregoneria si nutre l’insegnamento, se non della stregoneria del non sapere, e perché il dispositivo pedagogico sembra inseguire con tanto accanimento il sogno opposto, il sogno della sua razionalizzazione e della sua neutralizzazione?

Codice Sofia: 91941
h. 20:15 | Sala della Repubblica
DIALOGHI

LE INTELLIGENZE DEL FUTURO. APPRENDERE AL TEMPO DEGLI ALGORITMI

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La trasmissione dei saperi non è mai stata solo e soltanto trasmissione di conoscenze o competenze. Che si tratti di formazione, divulgazione, didattica, il fenomeno della trasmissione ha sempre presupposto l’intervento di un essere umano che nell’accrescimento dell’Altro ha individuato il proprio obiettivo. Cosa accade tuttavia quando all’elemento umano si affianca quello tecnologico? Intelligenze artificiali, reti generative, realtà aumentata sono soltanto alcuni degli strumenti che progressivamente andranno ad arricchire e riplasmare le pratiche e le esperienze di condivisione cognitiva. Sono strumenti che offrono prospettive di accrescimento potenzialmente infinite, e che aspettano soltanto di essere comprese e orientate. Come?

Codice Sofia: 91941
h. 22:00 | Teatro Sperimentale
RITRATTI

JACQUES LACAN. DESIDERIO E GODIMENTO

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Il compito che ciascun soggetto trova davanti a sé nel corso dell'esistenza è quello di annodare l'istanza del desiderio con il carattere inaggirabilmente chiuso e autistico del godimento. Convertire la pulsione nel desiderio, trasformare la chiusura della ripetizione nella radura imprevedibile della creazione è la posta in gioco più propria dell'esperienza psicoanalitica. Ma più in generale questo movimento di conversione e trasformazione della pulsione in desiderio è la posta in gioco di ogni esperienza di trasmissione e di ogni forma di apprendistato alla vita condivisa.

Codice Sofia: 91941

KUM! Cantiere
2024

DOMENICA

7

APRILE
h. 09:00 | Palazzo Ciacchi
LECTIO

PREMESSE E PARADOSSI DELL'EDUCAZIONE INCLUSIVA

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A partire dalla Dichiarazione di Salamanca (Unesco, 1994) i principi dell’inclusività hanno informato il discorso pubblico e istituzionale sulla scuola. Forte dell’esperienza dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, avviata sin dagli anni Settanta, la scuola italiana è stata tra le più sensibili ai valori dell’inclusione. Ma ha anche inteso questi valori come sinonimi di integrazione, smarrendo, nella teoria e nelle pratiche, il senso di una profonda differenza semantica e concettuale tra inclusione e integrazione. Ha così rischiato di restare paralizzata, nell’impossibilità di decidere tra l’una e l’altra delle sue vocazioni storiche: quella che ne fa uno strumento di mobilità e accesso sociale, e quella che ne fa uno strumento di selezione sociale.

Codice Sofia: 91942
h. 10:15 | Palazzo Ciacchi
DIALOGHI

PINOCCHIO: RIMOSSO O PROMOSSO?

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L’incontro di Pinocchio con la scuola ha la marca del trauma. Da una parte Pinocchio vorrebbe adeguarsi alla domanda dell’istituzione scolastica, dall’altra non può sottrarsi al richiamo della sua natura ambigua ed enigmatica. Natura vegetale, legnosa e nodosa. Natura non umana e più che umana, ossia artistica, creativa, poetica. Pinocchio desidera andare a scuola e “farsi onore”, ma è attratto dal teatro dei burattini. Ascolta i consigli di Geppetto, della Fata, del Grillo parlante, e tuttavia segue il Gatto e la Volpe, si lascia condurre nel Paese dei Barbagianni e poi nel Paese dei balocchi. Ma un’ulteriore linea di tensione percorre l’intera avventura di Pinocchio, alternando in modo vertiginoso momenti educativi e irruzioni oniriche. Non è detto, del resto, che quella tensione vada richiusa, e che educare non significhi tenere aperta quella differenza anziché ricomporla.

Codice Sofia: 91942
h. 11:30 | Teatro Sperimentale
DIALOGHI

IL 68. ALFABETIZZAZIONE DI UN PAESE, E RITORNO

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Il Sessantotto è stato il culmine di un virtuoso percorso di alfabetizzazione della società. È stato un momento in cui larghi settori della società hanno preso parte per la prima volta alla costruzione di una cultura comune e di un inedito desiderio di rinnovamento. L’Antisessantotto che tuttora lo denigra coi luoghi comuni del 6 politico e della fine del merito ha prodotto invece la retrocessione nell’ignoranza di grandi masse. Del resto, è proprio il desiderio di crescita e creazione condivisa, espresso da quella stagione unica, a costituire il bersaglio polemico dell'Antisessantotto e il nemico eterno dell'eterno conservatorismo italiano. Rimettere il sapere nelle mani di pochi, riconsegnare le chiavi della città agli antichi detentori, ecco il progetto oggi, al termine di un lungo ciclo storico, sembra sul punto di realizzarsi senza riserve, spesso col plauso di chi quel progetto restaurativo è destinato a subire.

Codice Sofia: 91942
h. 12:45 | Sala della Repubblica
VISIONI

SO COS'HAI FATTO!
LA SCUOLA, GLI ADOLESCENTI E IL TRAUMA

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Da alcuni decenni la fiction seriale ha eletto il mondo dei ragazzi in età scolare, e in particolar modo il mondo degli adolescenti, a oggetto di rappresentazione del tutto autonomo e indipendente. Non più soltanto figli di, ma protagonisti della narrazione a pieno titolo. Naturale quindi che l’ambientazione scolastica, come luogo fisico e come luogo simbolico, come spazio di permanenza quotidiana e come terreno di conflitto e di crescita, si configuri come uno snodo essenziale nella costruzione dell’immaginario contemporaneo. Luogo che spesso, per non dire sempre, troviamo caratterizzato dalla centralità del trauma, che fa da innesco narrativo e insieme da detonatore del percorso di soggettivazione dei protagonisti. Gli adolescenti della fiction “scolastica”, italiana come internazionale, sono adolescenti strutturalmente traumatizzati oltre che traumatici. Anche per il mondo degli adulti.

Codice Sofia: 91942
h. 14:00 | Teatro Sperimentale
LECTIO

LA PAROLA COME PRESIDIO SANITARIO

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Dovremmo pensare la cultura come presidio medico, come misura sanitaria. In tempi difficili, in tempi di emergenza, il pensiero corre alle scienze, alle tecnologie, ai dati degli economisti. Ma non c'è salute se le cose non trovano salvezza nelle parole, non c'è bene se quel bene non viene coltivato nello spazio comune della cultura. La cura più antica e più necessaria è cura delle parole, perché le parole curano e perché è delle parole che dobbiamo anzitutto prenderci cura.

Codice Sofia: 91942
h. 15:15 | Teatro Sperimentale
LECTIO

LA RADURA DELLA SCUOLA

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Una delle metafore secondo le quali è possibile pensare la scuola è quella della radura. Heidegger la chiamava Lichtung, un termine che allude all'improvviso diradarsi degli alberi nel buio del bosco e che non è senza assonanze con la parola tedesca che indica la luce. La scuola può essere una radura, cioè uno spazio capace di garantire la possibilità dell'imprevisto al cuore della trasmissione della conoscenza, una luce capace di indicare il sapere come oggetto possibile del desiderio e come possibile cammino di soggettivazione del mondo.

Codice Sofia: 91942

Ti ricordiamo che per finalizzare l'iscrizione è necessario prenotarsi agli eventi tramite il sito e iscriversi tramite SOFIA.

Se sei un docente non di ruolo verrà rilasciato previa iscrizione e firma in ingresso e uscita del registro presenze un attestato di partecipazione valido come autoformazione.

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