La scuola é da sempre il primo strumento utilizzato per indirizzare i cittadini verso un corretto ragionamento etico e morale, é un luogo d’inclusivitá e comprensione e in quanto tale dovrebbe sempre essere considerato un laboratorio di umanitá.

Luigina Mortari, nella sua lectio, indirizza l’attenzione verso quei momenti della storia in cui la scuola ha trascurato l’umanitá degli studenti e verso gli utensili utili alla riabilitazione dei cosidetti “bambini invisibili”.

Il primo strumento é coltivare l’uguaglianza, ovvero insegnare l’apertura e la pluralitá all’interno delle aule rimuovendo il pregiudizio e incoraggiando l’integrazione dei ragazzi.

Il secondo strumento é l’udito, ma non l’udito ordinario: quello del cuore. Attraverso il racconto di una sua esperienza personale, Luigina Mortari ha saputo spiegare che a volte, se lo si fa con attenzione, ascoltare é l’unica cosa che ci serve per capire l’altro, per riportare un ragazzo smarrito su una strada piú luminosa e forse per migliorare una comunitá. La scuola è scuola perché è una palestra di vita: ci permette di trovare il cammino della nostra esistenza. A scuola si gettano le basi per la costruzione di una comunitá che sappia pensare, e sappia far pensare, di una comunità unita che ragiona in maniera critica, sa giudicare il giusto e lo sbagliato e che è ricca di cuori buoni.

Proprio per questo deve rimanere, sempre e comunque, un laboratorio di umanitá.

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