Quasi tutti i giorni mi capita di fermarmi a riflettere sulla causa scatenante di ciò che ci sta travolgendo in questo momento, specialmente sulle conseguenze emotive umane che ha e sta comportando il Coronavirus.

A volte non riesco ad ammettere che il “dolore dell'innocente sofferente”, come afferma il dottor Massimo Recalcati, colpisce anche chi non lo merita, perché conduce una vita guidata dall’ideale onesto d’amore per se stesso e per il prossimo, è perciò un dolore insensato rispetto alla vita dell’uomo giusto.

Il dolore colpisce attraverso il male, che è un’entità cieca e senza riguardo per nessuno, non tenendo conto del tipo di azioni compiute dagli uomini, ovvero colpisce secondo il fato, distaccandosi totalmente dalla logicità utilizzata da noi esseri umani, in quanto animali razionali.

Prima di aver ascoltato le parole di Recalcati tentavo invano di collegare il male alla condotta innocua di un infante, che perdendo un proprio caro a causa delle complicazioni respiratorie dovute al Covid-19, dovrà accettare questa mancanza senza poter reagire e dovendo sopportare questa grande sofferenza, sentimento che va ad alimentare l’incombenza di un trauma.

Per dirla con le parole di Massimo Recalcati, si tratta di un evento inimmaginabile, per il quale non si sono sufficienti difese. Per il quale non c'è prontezza nell'affrontarlo. Ha ribaltato il nostro narcisismo in qualcosa di impotente, sottolineando il mutamento repentino del nostro ego, da super-ego a impotente.

Il trauma colpisce e colpirà ancora l’essere umano, e l’unico modo per contrastarlo e limitarlo nella sua opera distruttiva è che si creda fermamente nel valore, anche pratico, della cura.

Cura in questo caso significa “restare”. Restare accanto agli altri e restare per se stessi, non lasciare che la vita appesa ad un filo sprofondi in una buca, dove la paura è più grande della forza di rispondere ad essa stessa.

24 Dicembre 2020

Quello che ho vissuto personalmente è stato un trauma così forte da ricadere di nuovo, nelle stesse forme di depressioni che avevo vissuto tempo fa. La prima ondata è stata tramutizzante in estate nn ho mai smesso di pensare che il virus sene sarebbe andato, con la seconda ondata dove l unità è dimunuita dovuta anche a tutte le enormi difficoltà economiche che le persone devono vivere, sono caduta in una bruttissima depressione.

La cura di cui si parla il vaccino che nn ci salverà,, dovrebbe essere affrontata da tanti punti di vista. Le parole per trovare un modo per affrontare la paura, le parole per dare conforto, le persone nn sono numeri.. Tutti i paesi hanno risposto in maniera univoca va bene il confinamento le restrizioni ma non si può solo fafe ciò di fronte ad una dramma.

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